Teatro

Silvia Paoli torna in scena in Toscana con due monologhi

Silvia Paoli torna in scena in Toscana con due monologhi

Silvia Paoli, attrice, classe ’75, fiorentina, torna in città dopo la lunga tournée dell’anno scorso che l’ha vista impegnata in giro per l’Italia (Venezia, Lugano, Torino, Padova per dire alcune delle 52 date), nel Ventaglio di Goldoni diretto da Damiano Michieletto e prodotto dal Teatro Stabile del Veneto.

Formatasi alla Paolo Grassi, debutta con il regista Peter Stein, e dal quel momento è un crescendo di esperienze importanti, con Paolo Rossi come prima come attrice (in D'ora in poi e La commedia è finita) e come assistente alla regia (Matrimonio Segreto), e poi alternando teatro e regia lirica al fianco di Ottavia Piccolo, Davide Riondino, Giora Fiedman.

Quest’anno va in scena a Firenze e in Toscana dei quali firma anche il testo. Innanzitutto Livia, (21/12 Teatro Giotto Vicchio, 24/1 Teatro degli Unanimi di Arcidosso, 25/1 Teatro Comunale Castelfranco di Sopra e 2/2 Teatro Puccini) uno degli spettacoli più applauditi del suo repertorio lungo tutto lo Stivale, che mette in risalto il talento di attrice trasformista ed autrice. Sottotitolo “facciamo che io ero morta tu eri un principe mi davi un bacio e rivivevo”. Un monologo serrato e divertentissimo nel quale Silvia interpreta ben 17 personaggi diversi dai 3 agli 80 anni. Protagonista Livia, una comune maestra d'asilo che ci porta in un mondo tutto femminile. “Livia è una persona normale” spiega Silvia, “non è particolarmente bella né particolarmente brutta, ha una cultura media, è una single che aspetta il Principe Azzurro”. Ad accompagnarla le musiche dal vivo di Francesco Canavese.

Sempre Canavese sarà al suo fianco anche nella nuova produzione, Bucce, in anteprima nazionale al Teatro di Cestello 7, 8 e 9 dicembre con la regia di Andrea Macaluso. Le bucce come involucro, contenitore, ciò che sta a contatto con l’esterno, con il mondo. La buccia ammaccata, lucida, macchiata, liscia, vecchia, profumata, metafora del nostro corpo che è testimone della nostra vita: ogni buccia è diversa, unica, con i suoi particolarissimi segni. Ma cosa succede quando alla buccia s’impedisce d’invecchiare, quando s’impone al tempo di fermarsi? “Quando le adolescenti si rifanno il seno a diciotto anni e le signore ottantenni ballano il can-can in televisione” continua Silvia, “il nostro corpo smette di essere testimone, diventa soggetto che ha il dovere di essere bello e giovane e così la buccia si dimentica di essere tale”.

“Sono felice di tornare in Toscana prima di ripartire con la tournée di Michieletto. Sarà una bella occasione per ritrovare il mio pubblico ed i vecchi compagni di viaggio”. Silvia infatti, sarà anche al fianco dello storico compagno di scena Alessandro Riccio in Stenterello, dal 14 al 18 e dal 21 al 25 Novembre sempre al Cestello.